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Channel: Fuori dalla scatola
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Social media nel turismo, chi li usa di più cresce di più. Ecco la prova

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“ma se tu mi guardi 
negli occhi un momento 
puoi capire anche da te”

Grazie alla segnalazione di Officina Turistica e al post molto arguto di Robi Veltroni sulle analogie tra spread e tariffe stracciate delle camere d’albergo (ossia i paesi con il maggiore spread – nell’ordine Grecia, Spagna e Italia – sono gli stessi nei quali gli albergatori sono più propensi a offrire sconti e abbattere i prezzi pur di vendere qualcosa), mi sono imbattuto in un rapporto di ricerca di TripAdvisor condotto su oltre 25 mila albergatori di tutto il mondo (scaricabile qui).

Mi hanno incuriosito le statistiche legate all’utilizzo del web da parte degli operatori e in particolare questa classifica:

Il grafico di TripAdvisor indica i paesi nei quali la maggiore percentuale di albergatori utilizza i social network per relazionarsi e interagire con i propri clienti, attuali e potenziali.

La prima sorpresa è stata vedere al primo posto la Turchia e a seguire Russia e Grecia, sopra paesi storicamente più “blasonati” in campo turistico come Spagna, Italia e Francia.

Mi sono chiesto: vuoi vedere che turchi, russi e greci ci hanno visto più lungo? Che hanno capito più di noi quale potente leva può essere l’investimento nel web 2.0 per aumentare flussi turistici e profitti?

Mi mancava la prova. Allora mi sono messo alla ricerca di dati che potessero confermare o confutare la tesi. Ho deciso di confrontare quella statistica con due variabili prese da due autorevoli fonti ufficiali:

1) la crescita percentuale tra 2010 e 2011 dei flussi turistici internazionali (fonte UNWTO);

2) la crescita della spesa in “Viaggi e Turismo” LEISURE da parte dei turisti (interni e internazionali), sempre tra 2010 e 2011 (fonte WTTC).

Il risultato del benchmark è in questa infografica:

Il grafico si commenta quasi da solo: i paesi nei quali gli operatori turistici hanno investito di più nei social media (curva blu) sono quelli che nell’ultimo hanno fatto registrare gli incrementi più consistenti in termini di flussi turistici internazionali (curva rossa) e di spesa dei turisti (curva verde).

Interessanti anche altri dati riportati dal rapporto TripAdvisor in materia di turismo & web, ad esempio la classifica mondiale dei paesi con la più alta percentuale di strutture che permettono la prenotazione on-line (l’Italia è ferma al 77%, un risultato comunque non male):

O ancora il ranking dei paesi che fanno maggiore utilizzo di dispositivi mobile (qui il dato per l’Italia purtroppo non è stato divulgato):

Da notare nuovamente la Turchia al secondo posto accanto a grossi player internazionali, ma anche (altra sopresa, almeno per me) la potenza cinese al primo posto, con il 43%, tasso oltre tre volte superiore rispetto alla Francia.

Sono elementi utili per capire, casomai non fosse ancora chiaro, su che cosa è necessario investire se si vuole provare a uscire da questo feroce inviluppo che è la crisi, anche nel settore turistico. Un’indicazione preziosa sia per gli operatori privati, ma anche per le istituzioni pubbliche, quando si troveranno a decidere come utilizzare, si spera in modo efficace e lungimirante, le (poche) risorse economiche ancora a disposizione. Senza sperperarle come ad esempio è successo qui.

“Ecco che c’è” (Gino Paoli)


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