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Channel: Fuori dalla scatola
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Cervelli che vanno e…non tornano. Perché succede? Se ne parla con Andrea Lipparini, all’apertura di RFL

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Il 23 ottobre prossimo, alle h 16.00, si terrà l’ouverture di Ravenna Future Lessons con la relazione del Prof. Andrea Lipparini ““Cervelli che vanno e che restano”, tema che è anche  filo conduttore di questa terza edizione  dell’evento (ve ne abbiamo già parlato qui). In quest’occasione, il Prof. Lipparini ci racconterà i risultati dello studio che ha condotto sul brain drain italiano.  In attesa delle prossime conferenze, ecco qualche informazione in anteprima per voi!

In Italia, il 16,2% dei giovani  tra i 20 e i 40 anni emigra all’ estero. Il nostro Paese ne attrae però solo   il 2,3%, con un saldo in rosso di oltre il -13%.

I tentativi di costruire percorsi di rientro non hanno portato grandi risultati: a livello nazionale,  il programma Montalcini (2001) provò a mettere in campo incentivi per il ritorno dei cervelli in Italia, ma  in cinque anni stando alle ultime statistiche disponibili, solo 500 giovani sono effettivamente rientrati !

A sfavore dell’Italia vi è inoltre una totale assenza di idee-sfida in grado di attrarre nuove menti dall’ estero. Cosa che non accade invece in altri Paesi, come dimostra la seguente graduatoria: la Germania ha un saldo a zero tra giovani che se ne vanno e giovani stranieri che vi entrano; la Svizzera e la Svezia invece ricevono molto di più di quel che cedono con un “guadagno” del 20%; la Gran Bretagna presenta un saldo attivo dell’8% e la Francia del 4%. Solo l’India fa peggio dell’Italia: il 40% dei suoi giovani se ne va all’estero e ne entra solo l’1%. Tuttavia, l’India resta il più grande serbatoio mondiale di ingegneri elettronici e programmatori di computer.

In realtà,  le professionalità create sul nostro territorio fanno gola a diverse aziende straniere, che consapevoli del patrimonio di competenze, sensibilità e attitudini disponibili a livello nazionale, portano avanti interventi sistemici per riuscire ad attrarre giovani italiani.

Il tema delicato dell’innovazione e della competitività, centrale per lo sviluppo socio-economico, si perde dunque nell’incapacità di essere una destinazione attraente dove poter costruire opportunità di lavoro e di crescita professionale per cervelli italiani e non!

Per approfondire questi argomenti importanti, aspettiamo comunque l’incontro con il Prof. Lipparini, autore di questo studio.
Certo non può mancare una nostra riflessione. Le risorse – economiche e progettuali- spese nella formazione dei talenti italiani si infrangono al momento della grande prova con il mondo del lavoro, rivelando un gap tra formazione e mercato difficile da colmare.

Un grande spreco di capitale umano che qualche altro contesto sarà pronto ad accogliere e far crescere!
In campo regionale, ricordiamo anche l’esperienza del Master & Back, che non riuscì a portare avanti il suo progetto iniziale, registrando le difficoltà maggiori soprattutto nella fatidica fase del “back”.

Il punto dal quale non dobbiamo mai distogliere lo sguardo è però  quel patrimonio, fatto di giovani che non partono più per cercare il pane, portando con sé una valigia di cartone! Essi partono con una valigia piena di sogni, che riescono oltralpe a realizzare.
L’Italia dovrà imparare  a far aprire all’interno dei suoi confini proprio quelle valigie!


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